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Una ricerca britannica ha messo in evidenza l’inadeguatezza dell’Italia in termini di utilizzo e sfruttamento delle nuove tecnologie. Si salvano solo i telefoni cellulari. È solo diciannovesimo il nostro paese nella graduatoria annuale, Connectivity Scorecard, stilata dalla London Business School.

La classifica misura il livello di utilizzo delle tecnologie – internet, cellualari, servizi web – in oltre 50 paesi del mondo. L’Italia ha raggiunto uno (scarso) punteggio di 3.99 ponendosi largamente alle spalle di tutte le nazioni del G7 e dimostrandosi in grado di precedere solo Spagna e Portogallo nella lista dei paesi più industrializzati.

A pesare sul punteggio del nostro paese rispetto a realtà come Stati Uniti (7,71 punti), Svezia (7,4 punti), Danimarca (7,18 punti), Olanda (6,75 punti) e Regno Unito (6,61 punti) è lo scarsa penetrazione delle connessioni internet e dei computer che influenzano anche lo sviluppo dell’e-commerce.

Le abitudini d’acquisto online degli italiani sono mutate nell’ultimo periodo ma restano ancora poco competitive nei confronti degli altri paesi.

Tirata d’orecchie per lo stivale anche per ciò che concerne l’età media della popolazione: l’atteggiamento di una popolazione che conta un 19% sopra i 65 anni è inevitabilmente poco orientato nei confronti delle nuove tecnologie.

Non è migliore il giudizio dell’analisi nei confronti delle aziende: è migliorato  il loro uso dei servizi dati e sono cresciute le loro spese per i servizi It ma su livelli nettamente inferiori a quelli degli altri paesi. Unica nota positiva è il numero di utenti di telefonia mobile 3G, che porta l’Italia fra i primi posti nel mondo.

Fonte: Quo Media

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