“Yahoo! annuncia di aver iniziato la ricerca di un nuovo Chief Executive Officer. Jerry Yang, co-fondatore del gruppo, ha deciso di tornare alla sua carica precedente di chief Yahoo!“. Queste le parole con cui la web company ha reso note ufficialmente le intenzioni del volto simbolo degli ultimi difficili mesi vissulti dalla società. Jerry Yang è l’uomo del pesante no a Microsoft e della complicata trattativa, mai sbocciata con Google.
La posizione di Yang, che con il senno di poi si è rivelata sbagliata o quantomeno rischiosa, è sempre stata chiara: per rimanere competitivi nei confronti di Google, la vendita totale o lo spezzatino proposto da Microsoft a quel prezzo non erano la via migliore. A nulla è valsa la proposta del colosso informatico pari a 44,6 miliardi di dollari o 31 dollari per azione che, tenendo conto del valore odierno della società (10,63 dollari per azione), era più che competitiva.
La questione si è rivelata cruciale e ha condizionato gli avvenimenti successivi. Il magnate Carl Ichan si è reso protagonista di un tentativo di opposizione da parte degli azionisti di Yahoo! in direzione di una ripresa dei rapporti con il gruppo fondato da Bill Gates. Successivamente l‘unico sbocco possibile individuato da Yang per sopravvivere in un mercato attanagliato dalla crisi è stato quello di siglare un’alleanza con il nemico di sempre, Google. L’intesa fondata sugli introiti pubblicitari, che avrebbe permesso ai due colossi della rete di controllare più dell’80% del mercato delle ricerche sul web, ha scatenato reazioni negative su più fronti e da più paesi. Determinante è stata la presa di posizione della commissione di vigilanza statunitense che, nonostante il tentativo dei due gruppi coinvolti di rivedere i termini dell’accordo, si è opposta alla sua finalizzazione. Google e Yahoo! avevano proposto una riduzione della durata dell’accordo da dieci anni a due. Inoltre, avevano posto un limite del 25% al guadagno generato dal portale grazie al motore di ricerca numero uno al mondo. Gli inserzionisti pubblicitari avrebbero poi deciso se visualizzare i propri banner pubblicitari sui siti patrocinati da Yahoo! oppure no. Ma non è bastato, i timori del mercato hanno portato alla seconda pesante rinuncia nel giro di pochi mesi.
Questo il momento in cui Yang ha deciso di metterci di nuovo la faccia e di riproporre a Microsoft l’acquisto parziale di Yahoo!: “La gente che mi conosce sa che non ho un ego che mi impone di essere indipendente rispetto al fatto di non esserlo“, ha spiegato il dirigente, dichiarandosi “mentalmente aperto” all’idea di vendere l’attività di ricerca a Microsoft. Da parte sua il gruppo guidato da Steve Ballmer ha chiarito di aver superato la vicenda e di essere concentrato ora in altre direzioni.
L’instabile futuro che si prospetta, e che probabilmente finirà in una cessione delle varie parti della web company fondata nel 2005, sarà dunque nelle mani di una figura non ancora identificata: “è il momento di fare una transizione e di trovare un amministratore delegato che porti la società a un altro livello“, afferma, e soprattutto si augura, Yahoo!.
Fonte: Quo Media