Fino ad ora abbia sempre guardato al mercato dei tablet come una forte concorrenza fra l’iPad di Apple e le diverse soluzione equipaggiate con il sistema operativo Android di Google. Ora, però, le cose sono cambiate: è entrato a fare parte della partita dei nuovi concorrenti, i tablet che utilizzano il nuovo sistema operativo Windows 8.

Microsoft e i suoi partner hanno puntato moltissimo su queste soluzioni, sperando che la qualità dei tablet e la semplicità del sistema operativo potessero far breccia nel cuore dei consumatori.  I tablet sono infatti realizzati con sistema operativo Windows RT, che propone l’interfaccia di Windows 8 in abbinamento a architetture di processore che sono quelle ARM come tutti gli altri tablet sul mercato: Microsoft ha infatti deciso di abbandonare per questi dispositivi portatili la classica soluzione x86 che ha sempre contraddistinto l’azienda americana. Una delle soluzioni più interessanti è sicuramente il nuovo Microsoft Surface che è sui mercati già dallo scorso Ottobre. Fino ad ora, tuttavia, le prospettive di Microsoft non si sono realizzate: sembra che i consumatori abbiamo mostrato una certa “freddezza” nei confronti di queste nuove soluzioni.

Microsoft, insieme ai suoi investitori e partner, avrebbe previsto di vendere 4 milioni di tablet entro la fine del 2012 ma, per come sono iniziate le vendite, è probabile che sarà impossibile raggiungere quel traguardo. Per questo motivo sia Microsoft che i suoi partner hanno già provveduto a limitare il numero degli ordini di componenti. Le stime sono ormai viste al ribasso: per la fine dell’anno dovrebbero essere solo due milioni i dispositivi veduti.

Naturalmente è ancora presto per poter dare un giudizio definitivo: infatti è necessario ancora attendere il rilascio sui mercati di Surface Pro, tablet che utilizza anch’esso Windows 8 ma con un’architettura di processore X86 Intel della famiglia Atom. Grazie a questa scelta, sarà possibile utilizzare qualsiasi tipo di programma che abbiamo sui  sistemi notebook e desktop tradizionali.

Nono resta che aspettare anche se per adesso i dati sono tutt’altro che incoraggianti.

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