Secondo Jason è normale che se un utente vede sullo scaffale due videogiochi di cui uno è costato per la realizzazione 120 milioni di dollari mentre il secondo solo 30 milioni ma entrambi venduti al prezzo prefissato di 60 dollari, allora è normale che il consumatore scelga il primo. La politica dei 60 dollari ha rovinato le aziende più piccole e con la nuova generazione si dovrà prendere a modello la politica videoludica per PC: i giochi di piccole dimensioni potranno essere venduti a molto meno rispetto ai titoli più grandi.
Questa nuova politica permetterà un’enorme espansione del mondo videoludico: infatti sempre più piccole aziende potranno entrare nel settore. Ma i vantaggi, secondo Jason, saranno molti per i consumatori: è possibile che in futuro la libertà dei prezzi permetterà di effettuare acquisti sempre più convenienti. Rubin pensa che i nuovi modelli di business finiranno per allargare l’industria dei videogiochi.
Ricordiamo che THQ, comunquesta passando alcuni problemi legali. I suoi azionisti li hanno denunciati per il pessimo esito commerciale di uDraw, il Game Tablet messo sul mercato nella prima parte del 2011. Ben 1,4 milioni di unità sono rimaste in magazzino e le perdite arriverebbero addirittura a circa 100 milioni di dollari.
Oltre che a criticare gli altri, THQ dovrebbe prima ben curarsi delle proprie scelte commerciali.