
Yahoo ha reso noto di avere informato Facebook a proposito di 16 brevetti posseduti da Yahoo e che Facebook starebbe usando nei propri data center e server.
Yahoo non ha iniziato ne minacciato alcuna causa legale correlata al riferimento, affermando tuttavia che Facebook avrebbe infranto 10 brevetti, ed altri 2 aggiunti nell’ultimo mese:
“Come avviene spesso durante le cause per la proprietà intellettuale, Yahoo potrebbe in un futuro aggiungere altri brevetti o recriminazioni contro noi, in questo o in altri processi,” riferisce Facebook.
Da parte sua, Facebook smentisce ogni tipo di infrangimento di brevetti di Yahoo, e contrattacca affermando che è invece Yahoo ad avere infranto una decina di brevetti. Yahoo ha dichiarato che 8 dei brevetti indicati da Facebook sono stati regolarmente acquistati da Facebook negli ultimi 5 mesi, ed altri sono stati acquistati dopo la presentazione dell’esposto.
“In base alle informazioni molti, se non tutti, dei brevetti in questione sono stati acquistati da Facebook al fine di contrattaccare Yahoo in questa dispota legale,” spiega Yahoo per chiarire la situazione. Yahoo inoltre rende noto che esiste un accordo tra le compagnie che prevede come, in casi del genere, la disputa avvenga in camera di consiglio e non direttamente con un procedimento, almeno per la prima parte della disputa.
La lettera che Yahoo ha spedito a Facebook, e che ha dato il via a tutta la vicenda, è del 23 Aprile, e potrebbe rientrare nell’ottica dell’accordo, visto che in quanto scritto non sembra esista riferimento ad azioni legali, incarnando più che altro un preavviso per evitare situazioni peggiori. I brevetti ai quali Yahoo si riferisce non sono tecnologie di secondo piano, ma sembra siano quelle fondanti per creare un social network, come per esempio i meccanismi che consentono di visualizzare gli amici online, o il modo in cui Facebook combatte contro i click fraudolenti sulle pubblicità disseminate nelle pagine di Facebbok.
Di fatto quindi Yahoo cerca di colpire Facebook al cuore del proprio codice. Bisognerà attendere una risposta di Facebook sull’argomento, ma certo le accuse appaiono piuttosto gravi.