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E’ indubbiamente destinata a far discutere la proposta di impiantare un chip sottocutaneo agli atleti di un certo livello, per combattere il doping con maggior efficacia.

Che poi l’idea sia venuta a due atleti di rango come la pluridecorata campionessa di Eptathlon Carolina Klüft ed all’olimpionico di salto in alto Stefan Holm, i quali per primi hanno pensato alla biometria per realizzare un localizzatore, è quanto mai curioso.

Anche se non è chiaro come questo chip posto sottopelle possa realmente aiutare nella lotta contro il dilagante fenomeno del doping, è indubbio che con mezzi come questo sarebbe in qualsiasi momento possibile sapere dov’è un dato atleta.

Non stupisce che questa proposta venga dalla libertina Svezia, che ha dato i natali alla Klüft e ad Holm, dal momento che una simile iniziativa in Italia, avrebbe (e forse per una volta a ragione), sollevato polemiche legate alla privacy, quella reale, sacrosanto diritto di ogni individuo, decreti legislativi 196/2003 a parte.

Fonte: http://hardwaregadget.blogosfere.it/

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